mercoledì 27 febbraio 2013

Batman Inc. #08

... o meglio noto come l'albo in cui muore Robin

Un'altra volta.

Avrei dovuto dire SPOILER ALERT ma la verità è che dopo che la notizia è stata data, in anteprima, dal New York Post e seguita poi da tutti i siti specializzati l'avviso mi appare quantomeno superfluo.
Poi vabbè, anche la copertina dell'albo anticipata mesi fa dalla stessa DC Comics mi sembra abbastanza autoesplicativa.

E comunque ce lo aspettavamo un po' tutti sin dalla sua prima apparizione. Damian è il quinto a vestire i panni del pettirosso alleato di Batman. Dopo Dick Grayson, Jason Todd (anche lui ha un passato da Robin morto ma è un'altra storia), Tim Drake e Stephanie Brown (una ragazza sì). Quello che differenzia Damian è che lui è il figlio biologico di Bruce Wayne e della sua amante/nemica Talia-al-Ghul. Quella dell'ultimo Batman di Nolan per intenderci. No, non Catwoman. Quell'altra.

Grant Morrison quando l'ha creato ha fatto di tutto per farlo odiare dai fan. Capiamoci: il figlio di Batman? Ma quando mai! Che poi ha una spocchia che levati. Solo perché quella sociopatica di tua madre ti ha fatto crescere da un'associazione dal nome rassicurante di "Lega degli Assassini"?
Quando la DC Comics ha fatto tornare in pompa magna il Joker nella storyline "Death of the family" tutti i fan  in simultanea hanno pensato: "finalmente ci leviamo dalle balle Damian".
E invece no.
Siccome Damian è una creatura di Morrison evidentemente sta a lui ammazzarlo.

In sintesi muore più o meno così:



Con l'immancabile momento "Pietà di Michelangelo"



Il tizio che lo impala con la spada è una sorta di clone/fratello mandato dalla madre: roba che Freud ci scriveva le enciclopedie.

Detto questo noi fan dovremmo essere contenti.
E invece no.
Perché Morrison & Co. (penso soprattutto al lavoro di Peter Tomasi su Batman e Robin) hanno fatto di tutto per farci affezionare al personaggio. Ci descrivono un ragazzino di dieci anni cresciuto in maniera quantomeno discutibile dalla madre ed ora in continua ricerca dell'approvazione del padre. Il moccioso Damian nell'ultimo anno è cresciuto, ha cominciato a relazionarsi con i suoi fratelli adottivi (i precedenti Robin) ha imparato a voler bene ad altre persone (tipo Alfred) e si è preso anche un cane.

Considerazione finale: Robin non è morto. Non è che ne abbia la certezza ma nel mondo dei supereroi la gente che torna dalla morte non è certo una novità e tutto questo pubblicizzare questa morte mi fa pensare che sia l'ennesima messa in scena alla Morrison in cui con un complessissimo giro di parole e ti spiega alla fine che "non era vero niente". O una cosa del genere.
Detto questo l'albo, e quelli prima, sono godibilissimi ben scritti e sceneggiati e con un Chris Burnham ai disegni in ottima forma. Che poi chi se ne frega se "non era vero niente" o che Robin sia morto. La storia è bella. Leggetela.

[Aggiornamento] Leggo ora una dichiarazione di Morrison dove dice che la morte di Damian è definitiva (e Tomasi aggiunge che "è campato oltre le più rosee aspettative"). Questo la dice lunga di quanto sia bravo io con questo genere di previsioni. Ma non dispero. Anche Jason Todd doveva essere morto morto morto. E invece...

P.S. Il momento Camp alla Adam West e Burt Ward è una chicca. BIF! SOK!

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